Category: Campagne Nazionali

Campagne Nazionali

L’11 ottobre è la giornata nazionale dedicata al Coming Out, un’occasione in cui celebrare le identità di tutti e tutte. Quest’anno cerchiamo di festeggiarlo in un modo diverso, avvicinandoci alla quotidianità di ogni singola persona e provando a metterci nei panni di ciascun*.
Il Coming Out infatti è un momento delicato sia a livello relazionale che personale, e soprattutto si ripropone continuamente in diverse situazioni: a casa, nel contesto famigliare allargato (parenti e nonne e nonni, etc.), a scuola, nella propria compagnia di amici, nello sport, in palestra.

Ecco perché la campagna #HoQualcosaDaDirvi non si limita a descrivere un unico episodio di esternazione, ma racconta con delicatezza la stessa esternazione ma fatta in contesti differenti.

Come funziona la campagna #HoQualcosaDaDirvi?

Noi abbiamo immaginato e concretizzato attraverso video, manifesti, volantini, cartoline social il coming out a casa, quello a scuola, con gli amici, e nel corso di attività sportive. Sui manifesti c’è un QRcode che qualunque passante può riprendere con il proprio smartphone e avere accesso immediato all’intera galleria video.

Come si può partecipare attivamente?

Chiunque abbia voglia può girare un video da pubblicare sui social, con l’hashtag #HoQualcosaDaDirvi, nel quale fare il proprio coming out, oppure raccontare la sua esperienza, o immaginare come vorrebbe che fosse, o ancora suggerire un’altra categoria di situazioni in cui comunicare la propria identità sessuale o il proprio orientamento è tanto importante quanto delicato. Il coming out in questa campagna è inteso sia come rivelazione del proprio orientamento o identitá sessuale, che come esternazione di un qualcosa rimasto nell’ombra per troppo tempo, che se comunicato ci regala un senso di liberazione.

Senza paure, senza timori, nell’ombra facciamoci stare

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Campagne Nazionali

196 le storie monitorate durante gli ultimi 12 mesi. Al via la campagna #maqualegender che tenta di smontare le bufale dei movimenti no-gender

17 maggio 2017 – Nei dodici mesi trascorsi tra il 17 maggio 2016 e oggi,  sono 196 le storie di omotransfobia censite da Arcigay attraverso il monitoraggio dei mass media, e descritte nel report che ogni anno, in occasione della Giornata internazionale contro l’omotransfobia, Arcigay licenzia. “Un numero quasi doppio rispetto a quello dello scorso anno e che merita una riflessione e la ricerca delle opportune chiavi di lettura”, dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Innanzitutto, il report è stato stilato monitorando i quotidiani e i periodici locali e nazionali e i principali siti web di informazione: le storie che riporta sono quindi quelle che hanno superato il filtro della notiziabilità, cioè che sono state innanzitutto denunciate e in secondo luogo ritenute di pubblico interesse dagli operatori dell’informazione. Non si tratta quindi di un censimento esaustivo del fenomeno, semmai di una fotografia che all’interno del fenomeno complessivo dell’omotransfobia pemette di distinguere i contesti e le forme in cui si verifica. E’ insomma un report qualitativo, che entra nel merito del racconto dei fatti e cerca di individuare tratti comuni e tendenze.
 
Proprio per questo il report è stato suddiviso in 6 sezioni: la prima è dedicata all’omofobia istituzionale e ai movimenti omofobi, cioè a tutti i casi in cui parole e azioni d’odio hanno come responsabile un rappresentante istituzionale, luoghi istituzionali, o realtà che tentano di confezionare il discorso d’odio in contenitori “autorevoli” (convegni ad esempio), affinché sia assunto come
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Le Mine Vaganti