Arcigay Bat “Le Mine Vaganti”

Il Direttivo di Arcigay Bat "Le Mine Vaganti"

GRAZIA IANNONE

Presidente del Comitato Territoriale Arcigay Barletta-Andria-Trani

TITTI MERAFINA

Vicepresidente e Consigliera Nazionale  

ALESSIO VALLETTI

Tesoriere

LUCIANO LOPOPOLO

Consigliere con delega Formazione e Comunicazione

RICCARDO CANNONE

Responsabile Attività Artistiche e Culturali

GIANLUCA CARUOLO

Consigliere

La Mozione della Presidente Grazia Iannone

“L’Impresa inclusiva: Rivoluzione Arcobaleno”

19 ottobre 2020

La nostra associazione si appresta ad affrontare un nuovo Congresso in un clima chiaramente complicato, che tutti e tutte avremmo desiderato fosse più sereno: già da diversi mesi ci troviamo ad affrontare una emergenza sanitaria mondiale dovuta alla pandemia SARS COV 2 e l’attenzione di tutti è incentrata sull’argomento SALUTE.

Fuori dalle retoriche che hanno accompagnato questi mesi di quarantena, è necessario ribadire che la pandemia non è un mare in tempesta che ha travolto tutti e tutte in ugual misura, che dovremmo essere tutt* sulla “stessa barca“, ma non lo siamo; il virus ci è stato proposto come un grande livellatore della condizione umana, ma di fatto ha aumentato le disuguaglianze esistenti.

Alle differenze come quelle occupazionali, di reddito, di condizioni e tutela del lavoro, di accessibilità ai servizi che di fatto creano le diverse condizioni di vita che caratterizzano la stratificazione economica della società, si innestano le discriminazioni legate agli orientamenti sessuali e identità di genere che ci allontanano sempre più da una idea di società più equa.

In un quadro già molto complesso bisogna sottolineare come la stessa possibilità di contrarre la malattia non è uguale per tutt*: le differenti condizioni sociali influiscono sulla possibilità di ammalarsi, sia per ragioni sanitarie strettamente legate a patologie pregresse, sia per ragioni di vulnerabilità economiche e sociali quali povertà, emergenza abitativa, precarietà lavorativa.

A questo proposito si inserisce anche il famoso slogan creato in questi mesi, tanto invocato e reso romantico: IO RESTO A CASA, che di fatto non ha tenuto conto di quanti una casa non la possiedono, ma anche di chi a casa non è al sicuro perché convive con un coniuge violento o con una famiglia che non conosce o non accetta il proprio orientamento sessuale e/o identità di genere, o ancora, di chi da casa è stato allontanato a causa del proprio orientamento sessuale e/o identità di genere.

Molti di noi il DISTANZIAMENTO SOCIALE lo vivono da molto prima dell’inizio della pandemia, per questo sarebbe più opportuno parlare di DISTANZIAMENTO FISICO come mezzo di prevenzione del contagio.

Proprio domani si discuterà in parlamento la legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia e misoginia che punta ad estendere la legge Mancino alle discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale.

Una legge in tal senso è da considerarsi un punto di partenza, non un traguardo per un paese come il nostro, che ha il triste primato riguardante la violenza e gli omicidi delle persone trans in Europa, che ci classifica al 35° posto, su 49, nella mappa rainbow.

Sentiamo la necessità di sradicare anni, secoli di violenze, di paure, di oppressioni e di stereotipi che sono alla base della cultura della nostra società. Non deve quindi stupire se l’84% delle persone LGBTIQ+ vittime di aggressioni, negli ultimi cinque anni non ha denunciato questi episodi, un trend dovuto non solo alla mancanza di una legge specifica e adeguata ma spesso ad una cultura di matrice patriarcale, machista, sessista e omo-bi-lesbo-transfobica che fa si che spesso vengano meno le reti di supporto più prossime a chi è vittima di violenza: la famiglia, la scuola e le istituzioni.

Fiore all’occhiello della nostra associazione sono infatti le attività intraprese nelle scuole dove negli ultimi tre anni abbiamo formato circa 450 docent* attraverso corsi di formazione riconosciuti e certificati che hanno permesso agli student* di individuare, all’interno delle loro scuole, dei punti di riferimento, delle sentinelle preziose a cui rivolgersi.

Il bullismo omo-lesbo-bi-transfobico è un problema che riguarda tutt* perché la nostra Comunità è da sempre oggetto di frequenti attacchi che trovano i docenti e il personale scolastico troppe volte indifferenti. Esso mina il benessere, la serenità e la fiducia nei ragazzi e nelle ragazze e le porta a considerarsi in difetto e incapaci di trovare quella determinazione necessaria a perseguire le proprie ambizioni.

Ancora, il confronto con le istituzioni locali del nostro territorio si rende indispensabile per realizzare quell’idea così lontana eppure così necessaria di società equa e giusta. Una classe politica adeguatamente informata, preparata e sensibile alle esigenze e alle necessità di tutti e tutte può fare la differenza nel promuovere l’inclusione e l’accoglienza.

Sono tante le richieste di aiuto che ci arrivano soprattutto dalla comunità trans, che vive numerose difficoltà legate ad una matrice culturale cis-normativa che esclude ogni difformità e ignora sistematicamente tutte le differenze che costituiscono le nostre identità e con esse i diversi bisogni, desideri e aspirazioni.

Concetti come identità di genere e sesso biologico sono spesso e considerati erroneamente come interscambiabili e l’appiattimento culturale e sociale è aggravato dalla mancanza di leggi specifiche volte a tutelare la sicurezza, la privacy e il benessere delle persone trans.

Ci prefiggiamo quindi, con l’aiuto delle istituzioni locali e degli istituti scolastici di proporre un miglioramento circa l’accesso alla carriera alias, nonché un consolidamento dei rapporti con tutte le altre associazioni locali con l’obiettivo di divulgare informazioni sui saperi e sulla salute trans.

Va da sé che è necessario aumentare la visibilità della nostra comunità e migliorare le relazioni con il territorio al fine di favorire l’acquisizione di risorse.

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